Franco Ruinetti
I dipinti di Anna Paglia Leandri rappresentano un colloquio continuo con la natura e la capacità di identificarsi, essere tutt'uno, con essa. Ad attuare questo processo è una sensibilità vibratile. I fiori, spesso considerati nel loro proprio ambiente, assolutizzati e le varie forme delle nature morte, tramite le potenzialità dell'arte, assurgono a significare intonazioni di vita interiore. Disegno e colore si fondono in uno stile che appare naturalmente caratterizzato dalla misura dell'equilibrio. Ma quello che riesce felicemente e sembra facile, nasconde talento e la lunga disciplina per valorizzarlo. Questa artista si avvale di un alfabeto pittorico che ha la chiarezza del linguaggio figurativo. Il suo impegno è teso al rispetto del vero e della sincerità. E' dimostrato che non è necessario forzare l'aspetto dell'esteriorità perché corolle, foglie, frutta e persino la materia inerte, dalle tele, rivelino emozioni. Queste figure sono linguaggio. Parlano con garbo di un'indole incline alla meditazione. Il campo in cui gli argomenti si affermano è quello infinito del silenzio, che può avere una diffusione luminosa bianca oppure celeste con qualche vapore giallo. Tali colori del fondo giovano perché balzino in primo piano e all'attenzione i colori primari protagonisti dei dipinti. Mette conto fare qualche riferimento preciso.
Un'opera si intitola “Desideri di primavera”. E' un olio su tela di cm. 90X60. Su un chiarore diffuso appena digradante verso un sussurro d'ombra, sorge gentile una selva di ciclamini rossi venati di bianco su un tappeto di foglie modulate nel verse. Il quadro racconta un aspetto della natura, piacevole e dolce, ma come dichiara lo stesso titolo, l'artista dipinge un moto intimo, l'aspirazione poetica alla luce e alla bellezza. In un'altra tela, sempre per fare ancora un esempio, si vedono delle melagrane, rosso cupo, come sangue di carne viva. Contrastano con la freddezza di un recipiente di vetro.
La natura morta ha il cielo dell'anima.